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    Spesso seguire vecchi concetti ci dona una apparente tranquillità, perché ci sono familiari, ci siamo abituati da anni. Ma esistono ancora? Sono ancora sufficienti? Restare vincolati al passato ignorando i rapidissimi cambiamenti di oggi espone a rischi economicamente molto pericolosi. Per assicurarci il futuro dobbiamo vivere nel presente, non nel passato.

    Molto spesso le imprese scambiano il marketing per la pubblicità; NON lo è.

    La pubblicità è una piccola componente del marketing, precisamente una delle varie parti della comunicazione aziendale.

    Il Marketing invece, da definizione Treccani, è “il complesso dei metodi atti a collocare con il massimo profitto i prodotti/servizi in un dato mercato attraverso la scelta e la pianificazione delle politiche più opportune di prodotto, di prezzo, di distribuzione, di comunicazione, dopo aver individuato, attraverso analisi di mercato, i bisogni dei consumatori attuali e potenziali.”

    Aggiungendo da Wikipedia: “il termine deriva da market cui viene aggiunta la desinenza del gerundio per indicare la partecipazione attiva, cioè l’azione sul mercato stesso da parte delle imprese.”

    In poche parole, marketing è “farsi e mantenersi un mercato”.

    Quindi rimettendo in ordine i concetti: avendo individuato alcuni bisogni nel mercato:

    • apro (o ottimizzo) una impresa per realizzare un prodotto/servizio che
    • distribuirò, nei modi più opportuni, ai miei potenziali
    • Per avere, o aumentare, clienti devo necessariamente comunicare nei modi, nei canali e con gli strumenti più adeguati affinchè il mio pubblico potenziale mi restituisca dei clienti attivi.

    Con la “giusta” comunicazione inizierà la “partecipazione attiva” e costante della mia impresa nel mio mercato ideale.

    In un mondo digitalizzato come quello odierno va da sé che buona parte di questa comunicazione e partecipazione attiva debba necessariamente svolgersi su canali web e con strumenti e logiche digitali. Le partite iva pugliesi sono molto indietro in questo, lo rileva la Regione Puglia: “le imprese pugliesi sono carenti nella loro  comunicazione aziendale e sono, anche, in ritardo rispetto al resto di Italia nel giusto utilizzo dei canali digitali, che hanno invece il potere di estendere, moltiplicare e velocizzare la comunicazione di impresa.” (TGRAI3 Puglia)

    Le tipologie di Marketing, sia digitale che offline, sono numerosissime e cambiano in base a obiettivi, settori, prodotti, mercati, periodi, etc etc.

    Qui analizziamo rapidamente due macro-tipologie: Outbound Marketing ed Inbound Marketing.

    L’outbound marketing, detto anche “marketing di interruzione” è quello che somiglia un po’ di più alla classica “pubblicità”, è un approccio attivo delle aziende per acquisire nuovi clienti, inseguiti ed “interrotti” nelle loro attività da telefonate, visite a freddo, post sponsorizzati mirati ad un target e via dicendo. Se usato da solo, senza strategia ed abusato nella frequenza questo tipo di marketing diventa presto controproducente oggi, in un mondo in cui siamo bersagliati da centinaia di “messaggi” al giorno.

    L’inbound marketing invece consiste nel “disseminare” concetti e contenuti utili e informativi ai clienti potenziali per aumentare la percezione positiva del nostro brand/impresa. Si fa in modo che sia il cliente a trovare le nostre informazioni mentre cerca e approfondisce le sue esigenze sul web. In una strategia di valore, soprattutto per i clienti potenziali, viene abbinato spesso al “marketing dei contenuti”, al “social media marketing” ed al “geomarketing”. L’inbound marketing si serve del SEO marketing per essere più facilmente visibile sui motori di ricerca; inoltre, una strategia intelligente utilizza anche il “performance marketing” per valutare quali e quanti contenuti il pubblico sta apprezzando maggiormente, o di quali ha più necessità/interesse e su quali dei tanti canali digitali preferisce informarsi.

    Per concludere, mai come in questo periodo, grazie alla potenza e diffusione del web, è mai stato possibile raggiungere milioni di potenziali utenti interessati a noi come imprese: c’è un mercato per tutti se si opera con i giusti modi ed i partner più adatti, e se si ha qualcosa di interessante da proporre, se si ha cioè una

    • USP (Unique selling proposition) – in italiano “argomentazione esclusiva di vendita”

    Tutto il marketing che possiamo pianificare porterà infatti il nostro cliente potenziale, prima o poi, ad un unico punto di domanda: perché devo acquistare proprio da questa azienda?

    Ed a noi non basterà avere un prodotto/servizio di gran qualità ad un buon prezzo, dovremmo fare in modo che ciò sia percepito e che ne siano percepiti i vantaggi e benefici che nascono dall’acquisto.

    Quindi il punto finale a cui arriva il cliente potenziale è per l’azienda venditrice il punto di partenza su cui (solo) dopo può costruire il giusto marketing scegliendo tra le sue svariate applicazioni.

     Oggi con la potenza del web tutto è più semplice da raggiungere, ma niente è facile.

    Esperienza, costanza, dedizione sono le cose che occorrevano secoli fa per avere successo e sono le cose che occorrono oggi. Cambiano “solo” i modi e gli strumenti.

    Foto di Gino Tafuto